Evoluzione o morte del giornalismo?
Ad inizio settimana Ferruccio De Bortoli, direttore del Corriere della Sera, ha lanciato su Twitter (e non poteva essere altrimenti) l’iniziativa del Fact Checking.
A tutti coloro i quali il nome di questa iniziativa possa sembrare una parolaccia, spieghiamo che si tratta testualmente del “Controllo dei fatti”.
Direte voi, “dov’è la novità? Il controllo dei fatti sta alla base del lavoro di un giornalista”. Noi vi rispondiamo che la novità consiste nel fatto che da oggi il controllo dei fatti possono farlo i lettori stessi del Corriere della Sera.
A questo punto avete tutti gli elementi e, secondo il più classico dei teoremi “1 1=2”, le vostre opinioni dovrebbero cominciare a formarsi e a schierarsi a favore o contro l’iniziativa.
Se ancora non avete deciso da che parte stare, grazie alla discussione aperta da Paolo Ratto nel suo recente articolo, possiamo riassumervi il “sentiment” generale che proprio gli utenti del web hanno manifestato.
Voi da che parte state?
Secondo noi la verità sta nel mezzo. E infatti questa iniziativa, potrebbe essere, la giusta sintesi tra il bisogno di creare “engagement” verso gli utenti, con un’informazione partecipata il più verificata possibile, e l’esigenza da parte della testata giornalistica di avere dalla sua parte il pubblico di riferimento in caso di errori. Si eviterebbe così la “social crocifissione” perchè anche gli utenti\lettori, a quel punto, sarebbero co-responsabili di un eventuale errata informazione divulgata.
Che sia, quindi, una strategia di Crisis Management?
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